La missione Euclid dell’ESA per
esplorare il lato nascosto dell’Universo – energia oscura e materia
oscura – ha raggiunto un importante traguardo che oggi la vede passare
dalla fase di studio e progettazione alla fase di realizzazione. –
L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha approvato oggi ufficialmente, dopo
cinque anni di intenso lavoro e selezioni competitive, la realizzazione
del satellite Euclid, che sarà condotta attraverso la più grande
collaborazione di astronomi nel mondo. Euclid studierà l’Universo
Oscuro con grande precisione, tracciando la distribuzione e l’evoluzione
delle enigmatiche materia oscura ed energia oscura in tutto l’Universo.
Utilizzerà un telescopio di 1,2 m di diametro e due strumenti per
mappare la distribuzione tridimensionale di circa due miliardi di
galassie e della materia oscura che le circonda, oltre un terzo
dell’intero cielo. L’Italia è coinvolta nella missione attraverso la
realizzazione di sottosistemi dei due strumenti di bordo, la
responsabilità del Segmento di Terra e ruoli importanti nella gestione
degli aspetti sia tecnici sia scientifici della missione. Il nostro
Paese è, insieme alla Francia, uno dei due partner maggiori e la sua
partecipazione è finanziata e
supportata
principalmente dall’Agenzia Spaziale Italiana. In Euclid sono coinvolti
oltre duecento scienziati italiani, appartenenti all’INAF
(principalmente gli Istituti IAPS, IASF di Bologna e Milano, e gli
Osservatori Astronomici di Bologna, Brera, Padova, Roma, Torino e
Trieste) e a numerose Università (principalmente UniBO, Roma La
Sapienza, Roma Tor Vergata, UniTS, SISSA). Quella appena approvata è la
fase finale della selezione di Euclid come parte del programma “Cosmic
Vision” dell’ESA, e mette in moto un esercito di fisici e ingegneri per
costruire e far volare questa nuova missione entro la fine di questo
decennio. Selezionata nell’ottobre 2011 insieme a Solar Orbiter come una
delle prime due missioni di classe media del programma Cosmic Vision
2015-2025, Euclid ha ricevuto oggi l’approvazione finale necessaria
dall’ESA Science Programme Committee (SPC) per far passare il progetto
alla fase di costruzione, per arrivare al lancio nel 2020.Lo SPC inoltre
ha formalizzato oggi il Multilateral Agreement tra ESA e tredici
agenzie spaziali europee, per la leadership degli strumenti di bordo di
Euclid, la costruzione dei loro sottosistemi e la realizzazione del
software per la gestione e l’analisi dei dati scientifici. Ha inoltre
approvato il Memorandum of Understanding con la NASA che definisce la
partecipazione degli Stati Uniti alla missione attraverso la fornitura
dei rivelatori per la radiazione infrarossa. “La partecipazione al
programma “Cosmic Vision 2015-2025″ di ESA è l’impegno maggiore
dell’Agenzia Spaziale Italiana – Barbara Negri, responsabile
dell’Esplorazione e Osservazione dell’Universo dell’ASI – per i prossimi
anni nel settore dell’esplorazione e osservazione dell’Universo.
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Tutte le
missioni finora selezionate (Solar Orbiter, Euclid e Juice) prevedono
ruoli importanti per l’Italia, che la comunità scientifica e industriale
nazionale ha conquistato grazie all’esperienza acquisita in precedenti
programmi spaziali. In particolare per la missione Euclid ASI supporterà
le attività scientifiche e tecniche svolte da INAF e dall’Università di
Bologna e, in parallelo, selezionerà e finanzierà l’industria italiana
che dovrà realizzare i delicati sottosistemi dei due strumenti di bordo
di responsabilità italiana. ASI, inoltre, sottoscriverà con ESA e le
altre agenzie nazionali l’Euclid Multilateral Agreement, che assegna
ruoli e responsabilità nella realizzazione della missione, e avrà il
compito di monitorare, attraverso la partecipazione allo Steering
Committee, l’andamento tecnico, programmatico e finanziario del
programma.” “E’ un successo corale di un grande team internazionale in
cui l’Italia ha sempre avuto un ruolo chiave fin dall’inizio (2007).
Euclid diventa ora la punta di diamante per gli studi dell’Universo nei
prossimi 20 anni, e rappresenta un investimento prezioso per i giovani
scienziati italiani” concorda Andrea Cimatti, dell’Università di
Bologna, rappresentante italiano nel Board del Consorzio Euclid e membro
dello Euclid Science Team (EST). “La missione non solo pone l’Europa e
l’Italia ai primi posti nelle ricerche cosmologiche ma i suoi dati
faranno progredire molte altre problematiche astrofisiche di forte
interesse per una vasta comunità ” afferma Roberto Scaramella,
dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Roma, Mission Survey Scientist e
membro del Board del Consorzio e di EST. “La dimensione della squadra”,
circa 1000 tra scienziati e tecnici, “mostra l’immenso interesse in
Euclid da parte del mondo scientifico in tutta
Europa”,
commenta Luigi Guzzo, dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Brera e uno
dei coordinatori scientifici della missione Euclid.
L’Euclid
Consortium fornirà due strumenti all’ESA, uno strumento per immagini nel
visibile (VIS) e uno strumento per fotometria e spettroscopia nel
vicino infrarosso (NISP). Il grande campo di vista di questi strumenti
permetterà di raccogliere un’enorme quantità di dati di qualità
eccezionale su una grande porzione di cielo. “Il contributo dell’Italia
ai due strumenti, con la responsabilità sull’elettronica e il software
di bordo, sarà fondamentale per il successo della missione” confermano
Luca Valenziano, dell’INAF-Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica
cosmica di Bologna, responsabile del contributo italiano a NISP e Anna
Di Giorgio, dell’INAF-Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziale,
responsabile del contributo al VIS. Saranno richieste sofisticate
risorse informatiche dedicate all’analisi dei dati di Euclid, per
cercare le tracce dell’energia oscura, che, paradossalmente, sono molto
piccole, nonostante essa raggiunga il 75% della densità di energia
dell’Universo. Il Segmento di Terra o Science Ground Segment (SGS), che
coordina l’analisi di tutti i dati Euclid, comprende centinaia di
scienziati sparsi in tutta Europa e richiede uno sforzo enorme per
organizzare e lavorare in sinergia. Fabio Pasian dell’INAF-Osservatorio
Astronomico di Trieste, leader dello SGS, ne è convinto:
“l’elaborazione dei dati per la missione Euclid sarà particolarmente
impegnativa a causa della grande precisione richiesta per ottenere i
risultati attesi, ma di immenso ritorno per la nostra comunità
scientifica”.
Fonte: INAF Istituto Nazionale di Astrofisica
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