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mercoledì 15 aprile 2020

Hospital di Fontana: 21 milioni per 24 posti letto

Più un Flop che un Miracolo


COVID hospital della Fiera di Milano: miracolo o flop?

Più un Flop che un Miracolo

“Una grande opera che solo l’ingegno e la concretezza lombarda potevano realizzare in così poco tempo”. Così il presidente di Regione Attilio Fontana aveva definito, in una trionfale conferenza stampa, l’ospedale COVID di Fiera Milano. Avanti veloce di due settimane, e la situazione è ben diversa: pronti 53 posti letto dei 200 annunciati, assunti una cinquantina di operatori sanitari, accolti nella struttura solo 24 pazienti positivi. Il tutto per la modica cifra di 20 milioni di euro. Sarà questa l’efficienza lombarda di cui parla Fontana?

COVID hospital Milano Fiera: cosa è successo
Hanno fatto il giro del mondo i video cinesi in cui venivano costruiti ospedali a Wuhan in soli dieci giorni. Era forse questo l’effetto che voleva conseguire la Giunta lombarda richiamando al lavoro l’uomo delle emergenze, Guido Bertolaso, a capo della costruzione del Covid hospital negli spazi della Fiera di Milano.

Come rivela Fondazione Comunità, il Fondo Fondazione Fiera Milano per la Lotta al Coronavirus ha raggiunto 20,8 milioni di euro grazie a oltre 3.600 donatori per la costruzione dell’ospedale negli spazi dei padiglioni 1 e 2 di FieraMilanoCity.

All’inizio i posti letto dovevano essere 400, poi tagliati a 200. Le assunzioni dovevano essere di 500 medici e 1.000 infermieri. All’inizio dei lavori, Bertolaso aveva assicurato agli operai che lui sarebbe stato presente ogni giorno a vigilare, ma poi è stato colpito dal coronavirus. Si era parlato di un sostituto, ma nessun annuncio è stato fatto in tal senso.

La conclusione dei lavori è stata annunciata il 31 marzo. Passata una settimana erano pronti i primi 53 posti letto, ma ad oggi sono soltanto 24 i pazienti COVID-19 ammessi nella struttura. Sul sito ufficiale, si legge che “il cantiere nel Padiglione 1 procede giorno e notte per consegnare ulteriori 104 posti letto entro Pasqua”. Un altro obiettivo mancato.

COVID hospital alla FieraMilanoCity, il medico: “Idea assurda”
Ma i problemi non riguardano soltanto la lentezza dei lavori o il mancato avvio di una campagna di reclutamento. Come sottolinea in un post su Facebook il medico Giuseppe Bruschi, dirigente medico del Niguarda, “l’idea di realizzare una terapia intensiva in fiera non sta né in cielo né in terra”.

La terapia intensiva, spiega Bruschi, “funziona solo se integrata con tutte le altre Strutture Complesse che costituiscono la fitta ragnatela di un Ospedale (dai laboratori alla radiologia, della farmacia agli approvvigionamenti, della microbiologia all’anatomia patologica)”.

Questo a prescindere dal numero di posti letto messi a disposizione. Per tale ragione sarebbe stato “più logico spendere le energie e le donazioni raccolte per ristrutturare o riportare in vita alcuni dei tanti padiglioni abbandonati degli ospedali lombardi”.


“La Lombardia, conclude Bruschi, non aveva certo bisogno di dimostrarsi superiore alla Cina costruendo un ‘ospedale’ in fiera… bastava vedere quanto fatto da tutti i dipendenti degli Ospedali Lombardi che in questi 40 giorni hanno creato oltre 600 posti di rianimazione dal nulla”.


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Dovevano esserci 500 posti letto. Poi sono passati a 205, sino ad arrivare ad oggi con sole 24 persone affette da Covid-19 ricoverate nell' ospedale costruito per l'emergenza. Cosa non ha funzionato?
https://cipiri7.blogspot.com/2020/04/flop-lega-ospedale-in-fiera-milano.html

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Flop Lega Ospedale in Fiera Milano

Flop Lega Ospedale in Fiera Milano


Dovevano esserci 500 posti letto. Poi sono passati a 205, sino ad arrivare ad oggi con sole 24 persone affette da Covid-19 ricoverate nell' ospedale costruito per l'emergenza. Cosa non ha funzionato?

Era stato annunciato come la soluzione al problema della carenza di letti negli ospedali lombardi, fortemente voluto dal Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana (Lega Salvini Premier) e inaugurato come “il più grande centro di terapia intensiva in Italia“: purtroppo, si è rivelato un flop.

OSPEDALE CORONAVIRUS FIERA DI MILANO: IL “MIRACOLO” LEGHISTA È UN FLOP. PARLANO I MEDICI


Guido Bertolaso, capo della protezione civile con i governi Prodi e Berlusconi, ora consulente scelto dalla giunta della Lega della Lombardia, il 31 marzo scorso annunciò: « Abbiamo fatto una promessa e l'abbiamo mantenuta ».
« È la più grande terapia intensiva d'Italia. È una struttura ospedaliera a tutti gli effetti, non un ospedale da campo e ospiterà il più grande reparto di terapia intensiva d'Italia » sottolineò  Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano, colui che, si disse, avrebbe gestito l'ospedale realizzato alla Fiera di Milano.

L'ospedale, si disse, « rappresenta uno strumento fondamentale per combattere la battaglia contro il Covid-19 e, a regime, vedrà impiegati 200 medici, 500 infermieri e altre 200 figure professionali.

Attilio Fontana (Lega Salvini Premier), presidente della Regione Lombardia, affermò che l' ospedale era un « Riferimento per tutta Italia » tanto che « diventerà un punto di riferimento per la rianimazione per tutto il Paese, tanto è vero che il governo » proseguì Fontana « ha già detto di voler riprodurre ciò che è stato fatto in fiera al Centro e al Sud come garanzia, diga alle necessità che si dovessero verificare ».

Furono aperti subito 8 reparti con 53 prosti letti. poi in una seconda fase, sarebbe stato aperto il padiglione sottostante con 104 letti e in una terza il padiglione 2 con altri 48 posti per un totale di 200 posti letto.

Qual è la situazione, dopo due settimane?

I PROBLEMI RILEVATI DAI MEDICI
L’ospedale Covid di Milano alla Fiera doveva ospitare 500 pazienti, poi si è detto 205 e, infine, dall’apertura ad oggi, solo 24 persone affette da Coronavirus hanno fatto ingresso nella struttura.

Tra i problemi rilevati, oltre a quello del ritardo della sua realizzazione rispetto ai tempi previsti («Entro sei giorni costruiremo un maxi polo da 600 posti, interamente dedicato ai pazienti Covid, nel quale lavoreranno almeno 500 medici e 1.200 infermieri», dicevano i dirigenti leghisti della Regione Lombardia l’11 marzo) e il ritardo dell' avvio del suo utilizzo, vi è anche la mancanza di personale. Secondi gli esperti, l' ospedale non è abbastanza attrezzato per diventare uno dei più grandi centri di terapia intensiva d’Italia nonostante le parole del governatore Fontana.

A Business Insider, un medico ha rilasciato una dichiarazione a nome suo e dei suoi colleghi spiegando la realtà dei fatti:

« Ci hanno mandato un paziente da intubare perché non avevano posto nella loro terapia intensiva. Una vera presa in giro, se si considera che è accaduto nello stesso giorno nel quale hanno aperto l’ospedale in Fiera affidato proprio al Policlinico.
Quel paziente è la dimostrazione che l’ospedale in Fiera non aggiunge neanche un posto in più alle terapie intensive già presenti a Milano. Ci si limita a spostarle da un luogo ad un altro »

Il problema è che l' ospedale è costato 21 milioni di euro ed è assurdo non riesca a gestire l'emergenza così come si era promesso.

Un sindacalista si era chiesto « Perché costruire un ospedale in Fiera se c’è già l’ex nosocomio di Legnano con 2 padiglioni attrezzati? ».
Anche Giuseppe Bruschi, Dirigente Medico dell’ospedale Niguarda, si è mostrato contro in un post su Facebook: « Che dispiacere…. Sono medico, sono lombardo… oggi però con l’inaugurazione dello pseudo ‘ospedale’ in fiera mi sento triste. L’idea di realizzare una terapia intensiva in fiera non sta né in cielo né in terra… Una terapia intensiva non può vivere separata da tutto il resto dell’Ospedale. Una terapia intensiva funziona solo se integrata con tutte le altre Strutture Complesse che costituiscono la fitta ragnatela di un Ospedale (dai laboratori alla radiologia, della farmacia agli approvvigionamenti, della microbiologia all’anatomia patologica);  perché i pazienti ricoverati in terapia intensiva necessitano della continua valutazione integrata di diverse figure professionali ».

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Coronavirus, bufera sul COVID hospital di Fontana: 21 milioni per 24 posti letto
https://cipiri7.blogspot.com/2020/04/hospital-di-fontana-21-milioni-per-24.html

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Tutto sui Tamponi per Coronavirus

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Quanti se ne fanno? Quanto costano? Chi paga? 
Tutto quel che c’è da sapere sul test del tampone
Dal 26 febbraio i Tamponi si fanno solamente ai soggetti Sintomatici 
e alle persone che hanno avuto contatti con pazienti positivi.

Tutto sui Tamponi


In questi giorni dove nessuna zona d'Italia appare al sicuro dal coronavirus sono in molti a domandarsi quando sia possibile fare il test per individuare un possibile contagio.
Ma dove e come si fa?

Soggetti sintomatici
Dal 26 febbraio i tamponi si fanno solamente ai soggetti sintomatici e alle persone che hanno avuto contatti con pazienti positivi. Il test si esegue nei laboratori del Servizio sanitario nazionale attivi in tutte le Regioni o a domicilio. È al medico di base, però, che bisogna rivolgersi in caso di dubbi senza andare in ospedale: i medici hanno una scheda di triage con delle domande da porre ai pazienti per fare una prima valutazione e saranno loro a fornire le istruzioni necessarie, compresa la possibilità di eseguire il tampone. E mentre il presidente del Veneto, Luca Zaia, preoccupato della rapida evoluzione dei focolai sta pensando di effettuare tamponi su tutta la popolazione residente, il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, ribadisce che «bisogna essere coordinati, le raccomandazioni restano quelle espresse a livello internazionale dall'Oms». Ovvero di non fare test a tappeto ma solo ai sintomatici (problemi respiratori e febbre) o con storia a rischio.

Come funziona
Nel caso, comunque, il tampone sia ritenuto necessario, si procede con il test utilizzando un piccolo bastoncino, simile a un lungo cotton fioc: il medico lo introduce manualmente nella faringe e preleva un campione di muco e saliva presenti naturalmente nella gola. Il bastoncino viene poi immerso in un gel conservativo e inviato al laboratorio per l'analisi. Altri tipi di campioni che è possibile prelevare sono quelli nasali e quelli delle vie aeree basse.



I numeri
Alla data del 15 marzo sono stati effettuati in tutta Italia circa 125mila tamponi individuando 25mila casi positivi totali (compresi decessi e guariti), rispetto ai 4.324 eseguiti il 24 febbraio e 86.011 il 12 marzo. In Lombardia ne sono stati effettuati oltre 40mila, in Emilia Romagna 12mila e in Veneto 32mila. Al Sud è la Sicilia la regione con il maggior numero di test (oltre 2.400), seguita da Campania (2.213) e Puglia (2.013). Nel Lazio i tamponi eseguiti sono 8.345. Un'accelerazione brusca che sta mettendo sotto pressione i laboratori, ormai aperti 24 ore su 24 e che sta spingendo la ricerca verso soluzioni innovative e più veloci. Una di queste potrebbe arrivare da Diasorin, azienda italiana attiva nella diagnostica, che ha annunciato il lancio entro fine marzo di un test in grado di identificare il virus solamente in un'ora.



Tempi per la risposta
Il materiale per il tampone faringeo ha un costo limitato, circa 1 euro, e l'intera procedura di analisi è a carico del Servizio sanitario nazionale. I tempi di risposta per l'esito del test, attualmente, sono tra le 4 e le 6 ore con una percentuale molto bassa di falsi positivi (1-4%). I protocolli di sicurezza, tuttavia, raccomandano una seconda esecuzione del tampone. La conferma definitiva di Covid-19 viene però unicamente dai laboratori dell'Istituto superiore di sanità.



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martedì 14 aprile 2020

Perché in tempi d'Epidemia si va in cerca di Carta Igienica

Perché in tempi d'Epidemia si va in cerca di Carta Igienica


Dalla Sofidel, azienda che produce i Rotoloni Carta, marchio leader nel settore soprattutto della carta igienica, la prima fase di donazioni in occasione dell’Emergenza Sanitaria in atto è partita dalla rete qualche giorno fa, invitando a caricare sul proprio sito i video di utenti che palleggiavano con i rotoli di carta igienica, i tre vincitori della challenge avrebbero potuto indicare il nome di tre ospedali ai quali l’azienda avrebbe donato 10mila euro.

Oggi si è passati alla seconda fase: ben 16 camion di prodotti di carta per uso igienico e domestico, pari a 1 milione e 680mila rotoli di carta igienica, regalati alla Caritas, uno per ogni delegazione del paese. “Ci sembrava la cosa giusta da fare in questo periodo” dice Luigi Lazzareschi, amministratore delegato Sofidel, raggiunto al telefono.




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sabato 11 aprile 2020

Scoperto il Motore che fa Moltiplicare il Coronavirus

Scoperto il Motore che fa Moltiplicare il Coronavirus


Lo studio su Science

Descritta la struttura del motore molecolare che permette al virus SarsCoV2 di moltiplicarsi. Il risultato, pubblicato su Science, rende più facile mettere a punto farmaci mirati contro la Covid-19. Il motore è l’enzima polimerasi nsp12, lo stesso che è il bersaglio dell’antivirale remdesivir utilizzato contro il nuovo coronavirus, ma nato come arma anti-Ebola. Autore della ricerca è il gruppo di Yan Gao, dell’Università Tsinghua di Pechino.

Da un lato, osservano gli autori della ricerca, conoscere la struttura dell’enzima permetterà di verificare se il remdesivir è effettivamente in grado di bloccare la replicazione del virus SarsCoV2; dall’altro accelererà la ricerca su nuovi farmaci antivirali specifici, progettati per combattere la Covid-19, indispensabili per arginare la pandemia.

Finora del virus SarsCoV2 era stata scoperta la struttura della sua principale arma, la proteina Spike, e della parte di quest’ultima chiamata Rbd, che si lega alla porta d’ingresso del virus nella cellula, il recettore Ace2. Con questo nuovo risultato adesso è nota anche la struttura dell’enzima che permette al nuovo coronavirus di duplicare il suo materiale genetico, l’Rna, e di moltiplicarsi.





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giovedì 2 aprile 2020

Guanti e Mascherine Usati Gettati per Terra

Guanti e Mascherine Usati Gettati per Terra


Le norme sullo smaltimento specificano che guanti e mascherine
vanno conferite nei sacchetti della indifferenziata

Ormai sono diventati nostri oggetti abitudinari. Parliamo dei guanti e delle mascherine. Sono andati a ruba nei negozi (più o meno) specializzati. E tutti, sono pochi quelli che ancora non lo fanno, li indossano. Per andare a fare la spesa, per andare in farmacia. C’è chi, ormai, guida anche con guanti e mascherine. Ma il buonsenso, anzi la civiltà e l’educazione, imporrebbero che, vista l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, sia i guanti che le mascherine, venissero smaltiti nella maniera corretta.

Le norme sullo smaltimento specificano che guanti e mascherine vanno conferite nei sacchetti della indifferenziata. Invece, ormai, per terra se ne trovano sempre di più. Un comportamento ignobile di chi non ha a cuore la nostra città.

ALCUNE INFORMAZIONI UTILI PER RACCOGLIERE I RIFIUTI IN QUESTO PERIODO

SE SEI POSITIVO AL CORONAVIRUS O IN QUARANTENA OBBLIGATORIA

Non differenziare più i rifiuti di casa tua
Utilizza due o tre sacchetti possibilmente resistenti (uno dentro l’altro) all’interno del contenitore utilizzato per la racconta indifferenziata, se possibile a pedale
Tutti i rifiuti vanno gettati nello stesso contenitore per la raccolta indifferenziata
Indossando guanti monouso chiudi bene i sacchetti senza schiacciarli con le mani utilizzando dei lacci di chiusura o nastro adesivo
Una volta chiusi i sacchetti, i guanti usati vanno gettati nei nuovi sacchetti preparati per la raccolta indifferenziata. Subito dopo lavati le mani
Fai smaltire i rifiuti ogni giorno come faresti con un sacchetto di indifferenziata
Gli animali da compagnia non devono accedere nei locali in cui sono presenti i sacchetti dei rifiuti

SE NON SEI POSITIVO AL CORONAVIRUS

Continua a fare la raccolta differenziata come fatto finora
Usa fazzoletti di carta se sei raffreddato e buttali nella raccolta indifferenziata
Se hai usato mascherine e guanti, gettali nella raccolta indiffrenziata
Per i rifiuti indifferenziata utilizza due o tre sacchetti possibilmente resistenti (uno dentro l’altro) all’interno del contenitore che usi abitualmente
Chiudi bene il sacchetto
Smaltisci i rifiuti come faresti con un sacchetto di indifferenziata

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Irene Pivetti e la Frode con le #Mascherine.

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Con una società da 50.000€ di capitale ha ottenuto per vie brevi dalla Protezione Civile un appalto per 30 milioni di euro per Mascherine che si sono rivelate non idonee #Coronavirus...
 https://cipiri8.blogspot.com/2020/04/irene-pivetti-e-le-mascherine.html


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