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martedì 3 aprile 2018

L’Etna sta Scivolando in Mare


 Ma per ora non ci sono pericoli

Immaginate l’Etna come ad una gigantesca coperta a forma di cono appoggiata su sedimenti marini che si depositarono in mare centinaia di migliaia e milioni di anni fa e sui quali la gigantesca montagna di lave sta lentamente scivolando in direzione del mare. Un movimento apparentemente lento e lo è in termini umani, in quanto si sposta di 14 millimetri all’anno o se si vuole di 1,4 metri ogni secolo, ma se si pensa all’immane massa del vulcano forse risulta più facile immaginare quali possono essere le forze in gioco.


Ed è per questo che un gruppo di scienziati guidati da John Murray della Open University e autore di una ricerca pubblicata su Bulletin of Vulcanology ha detto: “Per il momento va detto e sottolineato che il fenomeno non crea alcun motivo di apprensione, ma è qualcosa di così gigantesco che va tenuto sotto costante controllo, soprattutto se nel prossimo futuro dovesse esserci 
un’accelerazione del movimento in atto”.


Murray è riuscito a calcolare lo spostamento grazie ad un’estesa rete di Gps che la sua equipe segue da 11 anni. I GpsS sono strumenti che grazie all’invio di segnali di opportuni satelliti sono in grado di misurare con precisione millimetrica la posizione di un oggetto sulla Terra. In questo modo Murray ha potuto verificare che l’immensa coltre di lave che costituiscono il vulcano sta scivolando verso est-sud-est in direzione di Giarre, che dista circa 15 chilometri dal vulcano stesso. La pendenza del substrato su cui scivola il vulcano è molto dolce, non superando i 3 gradi, e per questo si muove così lentamente. Tuttavia come si è già visto per altri vulcani che per varie ragioni si stanno muovendo, il fenomeno può causare eventi catastrofici, come immense frane che potranno scivolare dai versanti e raggiungere le località costiere densamente abitate.


“In ogni caso – sottolinea Murray –i fenomeni si evolvono nell’arco di secoli se non di millenni e al momento non vi sono indicazioni che potrebbero avvenire fenomeni disastrosi nell’arco di pochi anni. Il fenomeno però non deve essere sottovalutato ed è necessario seguirlo negli anni. Se per caso tra un decennio si scoprisse che lo scivolamento ha raddoppiato la velocità 
sarebbe un avvertimento da non sottovalutare. 
Se al contrario dovesse diminuire farebbe allontanare ogni possibilità di pericolo”.

Questa scoperta è importante anche per seguire l’andamento del magma in profondità. Quando questo si avvicina alla superficie infatti, modifica la forma del cono vulcanico e dunque le postazioni Gps variano la loro posizione. Anche in questo caso tuttavia, le variazioni sono quasi sempre millimetriche, ma ora bisognerà stare attenti a togliere ai movimenti della postazioni Gps dovute al movimento del magma quello legato allo scivolamento dell’intera montagna. Un correzione molto importante per evitare falsi allarmismi o al contrario per non farsi sfuggire importanti segnali che annunciano un’eruzione imminente.



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