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giovedì 25 gennaio 2018

Zhong Zhong e Hua Hua le Prime Scimmie Clonate



Zhong Zhong e Hua Hua, prime scimmie clonate con la tecnica della pecora Dolly
Sono nate in Cina 19 anni dopo la prima clonazione di un primate


I loro musetti sbucano timorosi dietro ad un enorme peluche: qualche istante di incertezza, ed eccoli zompettare vivacemente nell’incubatrice, con gli occhioni curiosi puntati all’obiettivo della telecamera. Sono Zhong Zhong e Hua Hua, le prime due scimmie al mondo clonate con la tecnica della pecora Dolly. La loro nascita, avvenuta rispettivamente otto e sei settimane fa, è annunciata sulla rivista Cell dai ricercatori dell’Istituto di neuroscienze dell’Accademia cinese delle scienze a Shanghai, e apre alla possibilità di ridurre il numero di primati usati nella sperimentazione animale.

«Questa tecnica consente per la prima volta di ottenere numerosi esemplari di primati geneticamente omogenei», spiega Giuliano Grignaschi, segretario generale di Research4life e responsabile del benessere animale presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. «Ciò permetterà di ottenere risultati sperimentali più affidabili e facilmente riproducibili: riducendo la variabilità e l’errore statistico, si ridurrà anche il numero di campioni impiegati per fare le misure e, di conseguenza, il numero di animali sacrificati per ogni singolo esperimento». 

La svolta arriva 19 anni dopo la primissima clonazione di un primate, la femmina di macaco Tetra, ottenuta nel 1999 nei laboratori dell’Oregon Health and Science University grazie alla scissione dell’embrione, una tecnica che imita il processo naturale all’origine dei gemelli identici (monozigoti).  

Siccome questa procedura consente di generare al massimo quattro cloni per volta, molti in passato hanno provato ad usare la tecnica impiegata nel 1999 per la pecora Dolly, che permette di creare un numero maggiore di cloni attraverso il trasferimento del nucleo di una cellula dell’individuo “da copiare” all’interno di un ovulo non fecondato e privato del suo nucleo. A differenza di quanto accaduto con altri mammiferi, come topi e bovini, nelle scimmie ogni tentativo era fallito, perché nei nuclei delle loro cellule differenziate sono presenti dei geni “spenti” che impediscono lo sviluppo dell’embrione. I ricercatori cinesi sono riusciti per la prima volta a riattivarli grazie a “interruttori” molecolari creati ad hoc, aggiunti dopo il trasferimento del nucleo. La percentuale di successo è stata poi ulteriormente aumentata prelevando il nucleo da cellule fetali invece
 che da cellule di esemplari adulti. 


A coronare tre anni di studi ed esperimenti sono poi arrivati i piccoli macachi Zhong Zhong e Hua Hua, il cui nome deriva dal termine cinese “Zhonghua” con cui si indica il Paese del dragone. Al momento i due cuccioli godono di ottima salute e crescono in modo normale: il loro sviluppo fisico e cognitivo verrà continuamente monitorato, in attesa che nel laboratorio di Shanghai vengano alla luce anche altre scimmie “fotocopia”.  


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FAI VOLARE LA FANTASIA 
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
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IL TUO FUTURO E' ADESSO .

MUNDIMAGO


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venerdì 19 gennaio 2018

Il Detersivo per Lavatrice che NON Inquina



Detersivo per lavatrice fatto in casa che non inquina

Un’alternativa semplice al detersivo commerciale in polvere per lavatrice che è altamente inquinante non solo per l’ambiente ma anche per la nostra pelle è davvero facile ed economica.

Esistono anche quelli biologici oppure più eco o green, ma devo ammettere che non costano pochissimo, quindi dopo vari esperimenti sono approdata a questa ottima soluzione:

– 300 gr di sapone di marsiglia , il panetto in commercio, meglio quello ecobio a questo punto, visto che dobbiamo metterci energia umana e impegno, facciamolo bene! 
Io utilizzo il sapone che faccio in casa.

– 150 gr di percarborato di sodio, che si trova anche questo nei negozi specializzati bio, costicchia non poco anche questo, la soluzione economica ma meno etica è utilizzare la soda solvay, che si trova nei supermercati a basso costo, da non confondere con la soda caustica;

– 150 gr di bicarbonato di sodio

Grattugiare con la grattugia del grana il panetto di sapone e aggiungere gli altri due ingredienti, mescolare per bene e utilizzarne 2-3 cucchiai da tavola direttamente nell’oblò della lavatrice a temperatura desiderata.

Ottimo anche per bianchi e colorati!



Quanto inquina una lavatrice?

L'inquinamento delle acque provocato dalle attività umane ci fa immediatamente pensare alle bottiglie di plastica che affiorano in superficie o alle buste della spesa che soffocano le tartarughe. Sono queste le immagini più utilizzate nelle campagne di sensibilizzazione ad un corretto smaltimento dei rifiuti di plastica. Nel mare, però, si nasconde un altro nemico, con un impatto emotivo decisamente inferiore ma non per questo meno insidioso. Parliamo delle microplastiche provenienti dalle acque reflue delle nostre lavatrici, 
fibre di dimensioni microscopiche pericolose per la fauna marina.

Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Environmental Science and Technology, si tratta di una fonte piuttosto rilevante di inquinamento da plastica negli oceani. Mark Anthony Browne, biologo dello University College di Dublin, ha individuato frammenti di fibre sintetiche come acrilico, polietilene, polipropilene, poliammide e poliestere nelle acque della Gran Bretagna, dell'India, di Singapore e di diverse altre aree del mondo.

Il lavaggio di un singolo capo, dagli esperimenti effettuati, può generare fino a 1900 fibre e nel mondo i capi sintetici sono sempre più utilizzati. Per scongiurare il rischio di contaminazione, i ricercatori chiedono ai produttori di lavatrici di ideare nuove tecnologie capaci di ridurre il rilascio di fibre in fase di scarico.

Le microfibre sono i peggiori inquinanti marini

Ad ogni lavaggio, gli indumenti in microfibra perdono in media 1,7 grammi di frammenti. Di questi il 40% va a inquinare fiumi, laghi, mari e mette a rischio anche gli animali
La fonte di inquinamento delle acque più diffusa – e preoccupante – dipende dalla centrifuga della nostra lavatrice. Uno studio dell’Università della California appena pubblicato assegna alle microfibre che si staccano dai vestiti ad ogni lavaggio il primo posto nella lista degli inquinanti marini. Da qui deriva non solo l’avvelenamento di fiumi e mari, ma anche il rischio concreto di mettere a repentaglio animali non solo acquatici.

Tutto inizia dalle prove raccolte dalla ricercatrice Sherri Mason nei pesci dei Grandi Laghi al confine tra Stati Uniti e Canada: i loro corpi sono pieni di microfibre sintetiche, minuscoli frammenti che si staccano dai vestiti. Lo stesso vale per le zone costiere. Mason si è allora chiesta da dove potesse provenire una quantità così grande di filamenti tossici. E la risposta è la lavatrice.

In media, si legge nella ricerca, un giubbotto in tessuto sintetico perde 1,7 grammi di microfibre ad ogni lavaggio. Se è nuovo, perché se invece ha i suoi anni il dato raddoppia. Dalla lavatrice, questi frammenti vengono scaricati insieme all’acqua negli impianti di trattamento. Solo una parte viene effettivamente trattenuta: il 40% finisce in fiumi, laghi, oceani.

Queste microfibre sintetiche sono particolarmente pericolose in quanto hanno il potenziale di avvelenare tutta la fauna di un ecosistema, l’intera catena alimentare. Le dimensioni microscopiche favoriscono l’ingestione da parte dei pesci. Il rischio è amplificato dalla loro capacità di bioaccumularsi negli organismi, quindi di concentrare una quantità sempre maggiore di tossine nei corpi degli animali ai livelli superiori della catena alimentare.

A sua volta, la bioaccumulazione spalanca prospettive decisamente inquietanti visto che le microfibre plastiche assorbono molecole e sostanze inquinanti persistenti e ad elevatissima tossicità, come ad esempio i policlorobifenili (PCB), che si vanno poi a concentrare nei tessuti organici.

I risultati di questa ricerca devono far riflettere anche su alcune pratiche considerate finora pienamente sostenibili. È il caso della stessa azienda che ha sovvenzionato lo studio di Mason, Patagonia. Per ridurre la sua impronta ecologica, la compagnia ricicla bottiglie di plastica – triturandole – per ricavarne microfibra per gli indumenti sportivi che commercializza. Ma secondo questa ricerca, quella stessa plastica avrebbe inquinato di meno sotto forma di bottiglia.

LEGGI ANCHE: 
INQUINAMENTO MARINO



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giovedì 18 gennaio 2018

INGHILTERRA istituisce il ministero per la Solitudine


May istituisce il ministero per la Solitudine: 
“Contrastare la triste realtà della vita moderna”
La premier britannica: «Una sfida per la nostra società»

La premier britannica, Theresa May, ha annunciato la nomina di un “ministro per la Solitudine” per affrontare quella che definisce «la triste realtà della vita moderna» che colpisce milioni di persone. Il ruolo sarà ricoperto da Tracey Crouch, attualmente ministro per lo Sport e la Società civile, nell’ambito di un’ampia strategia per combattere la solitudine. «Per troppe persone la solitudine è la triste realtà della vita moderna», ha dichiarato May, aggiungendo che intende «affrontare questa sfida per la nostra società». Stando alla Croce rossa britannica, oltre 9 milioni di persone, su una popolazione di 65,6 milioni, dichiarano di essere sempre o spesso sole.

Oltre 33mila infermieri in fuga, nel 2017,
 da condizioni di lavoro insostenibili. 
Molti arrivavano dal resto dell'Europa.

Malati abbandonati in corsia; anziani lasciati a sedere per giorni interi per mancanza di letti, pazienti che muoiono aspettando in coda al pronto soccorso. Che la Sanità pubblica britannica stia attraversando una crisi profonda non è una novità, ma nuovi dati pubblicati ieri dalla Bbc dipingono una realtà che non ha precedenti e che rischia ora di mettere in ginocchio una volta per tutte il fiore all’occhiello dei servizi pubblici. La crisi di questi giorni riguarda la carenza di infermieri. Sono più di 33mila quelli che hanno lasciato il servizio sanitario nel 2017.

Tra le ragioni che citano per la fuga c’è soprattutto quella di «condizioni di lavoro insostenibili », ma tanti parlano anche di conflitti morali dovuti all’impossibilità di praticare la loro professione in maniera adeguata. «Voglio essere una buona infermiera e dare ai miei pazienti il meglio di me – spiega Mary Trevelyan che si è appena licenziata da un ospedale pubblico di Londra –. Adesso non non lo posso più fare perché non c’è personale sufficiente e ci chiedono di coprire troppe mansioni contemporaneamente ». Trevelyan racconta di quando ha dovuto abbandonare una signora anziana in corsia perché era occupata a rispondere ad altre emergenze. «La donna è morta – ammette – e ancora non riesco a superare il senso di colpa. Molti dei miei colleghi condividono le mie preoccupazioni e tanti di questi si sono trasferiti all’estero dove le condizioni di lavoro sono più umane».

Ogni anno il 10 per cento degli infermieri, e questo secondo i dati accade dal 2014, lascia il posto. Il numero di quelli che se ne vanno basterebbe a “coprire” il personale infermieristico di una ventina di ospedali. Più della metà di quelli che lasciano non ha superato i quarant’anni.

La Brexit, scriveva ieri il Guardian, ha senz’altro influito: dal referendum del giugno del 2016 il numero degli infermieri provenienti dal resto d’Europa che lascia è decisiamente aumentato rispetto a quelli che arrivano in Gran Bretagna. «La maggior parte dei miei colleghi veniva dall’Europa dell’Est e dall’Italia – continua Trevelyan – ma hanno capito che non è più conveniente o agevole vivere e lavorare in questo Paese e molti sono partiti». Secondo Janet Davies, direttrice del Royal College of Nursing, «il governo deve assolutamente agire. Siamo di fronte a una vera e propria emorragia di infermieri in un momento in cui la domanda non è stata mai così alta».

E ieri un portavoce della Sanità ha dovuto ammettere di essere cosciente delle condizioni difficili vissute dagli staff ospedalieri, ma ha assicurato che il governo sta facendo il possibile per far fronte all’emergenza». Al momento però l’atmosfera nelle corsie d’ospedale del regno resta deprimente e in molti casi riflette, raccontava invece ieri il Telegraph, 
«quella di una società che è sempre più abbandonata a se stessa».

Non è un caso che la premier britannica, Theresa May, in evidente difficoltà abbia almeno annunciato la nomina di un «ministro per la Solitudine» per affrontare quella che definisce «la triste realtà della vita moderna» che colpisce milioni di persone. Il ruolo sarà ricoperto da Tracey Crouch. Stando alla Croce Rossa britannica sono infatti oltre 9 milioni le persone, su una popolazione di 65,6 milioni, che dichiarano di essere «sempre o spesso sole».

LEGGI ACHE
CONSIGLI PER ACCETTARLA

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Consigli per Accettare i Momenti di Solitudine



Paura di restare soli: 9 consigli per accettare i momenti di solitudine
Per quanto possa far paura trovarci soli con noi stessi, la solitudine può aiutarci 
a crescere e a conoscerci meglio.

I momenti di solitudine non sono né buoni né cattivi. 
Tutto dipende da come decidiamo di sfruttare questa situazione.

“La solitudine è il fondo ultimo della condizione umana. L’uomo è l’unico essere che si sente solo.” – 

In realtà, trascorrere del tempo con noi stessi può dare più benefici di quanto non si pensi, sempre che si decida di impiegarlo per la nostra felicità.

Chi di noi, in un momento della vita, non ha mai avvertito la paura di restare solo?

L’essere umano è senza dubbio un essere sociale, le relazioni sono vitali per la salute mentale. Perché, tuttavia, per qualcuno la solitudine è spaventosa e per altri piacevole?

Da un punto di vista culturale, in molte società si è costruita la paura della solitudine, una percezione negativa e angosciante di questa condizione. Vi è addirittura la tendenza ad accostare la solitudine alla depressione o a uno stato di avvilimento.

Ecco, quindi, qualche consiglio che può aiutare a trasformare i momenti di solitudine da una situazione angosciante a istanti meravigliosi da passare con noi stessi.

1. Imparate a riconoscere la paura
A volte è faticoso ammettere che stare soli ci danneggia ed è facile trovare una serie di scuse pur di ignorare questo sentimento.

Ognuno di noi è diverso. Può essere difficile distinguere, tra le attività che ci permettono di “ammazzare il tempo”, quelle che ci fanno sentire effettivamente realizzati da quelle che non ci aiutano nel nostro percorso.

2. Ascoltate il vostro corpo
Il corpo registra e trasmette fedelmente tutte le nostre emozioni.

Quando vi trovate soli, provate per alcuni minuti a chiudere gli occhi, respirare e dare ascolto al corpo. Cercate di identificare quale sia l’origine del vostro timore di restare soli.

3. Ripulite i vostri pensieri
Durante il giorno siamo bombardati da informazioni di ogni tipo, provenienti da mezzi di comunicazione, amici, colleghi, familiari.

A livello inconscio, l’insieme di questi dati ha effetto sulla nostra mente. Per questo motivo è necessario trascorrere del tempo con noi stessi; ci aiuterà ad ascoltare la nostra voce interiore e a liberarci di tutto ciò che può influenzarci negativamente.

4. Reinventatevi

Nei momenti di solitudine può capitare che la noia ci faccia sentire nostalgici o addirittura sopraffatti dalla tristezza.

Per evitarlo, cercate di realizzare attività diverse dal solito, ad esempio imparate un nuovo sport.

Informatevi su argomenti nuovi, imparate una nuova lingua o ascoltate un genere musicale per voi inconsueto.

5. Fate una lista delle priorità
Scrivere, su carta o in digitale, tutte le cose che dovete o volete fare durante il mese e leggerle nei momenti di solitudine, vi aiuterà a liberarvi dai pensieri assillanti o tristi.

In questo modo potrete vagliare tra le esigenze che sono una priorità per voi e quelle che forse lo sono per qualcun altro.

Ricordate: la persona più importante della vostra vita siete voi stessi.

6. Cercate aiuto professionale

Curare la nostra salute mentale è vitale per poterci sentire in armonia con il mondo, e tranquilli con noi stessi in qualunque situazione.

È quindi importante risalire all’origine delle nostre sensazioni, come la paura, avvalendoci dell’aiuto di un terapeuta o di altre strategie che ci permettano di vivere la nostra vita in pace.

7. La solitudine come crescita personale
Socializzare è un gesto, in genere, naturale per un essere umano. Non c’è nulla di sbagliato nel cercare la compagnia di altre persone, di amici. La paura di trovarci soli, invece, nasce dalla dipendenza dagli altri.

Prendere l’abitudine di passare un po’ di tempo da soli ci riporta l’equilibrio emotivo indispensabile per essere felici.

Così facendo è possibile risalire alla radice di questa dipendenza che ci impedisce di vivere con autonomia, libertà e salute di spirito. Gradualmente si smette di dare importanza all’approvazione degli altri e ci si sente più sicuri e indipendenti.


8. Disconnettersi da tutto per connettersi con se stessi

Disconnettersi dal mondo esterno può risultare molto utile per poter ritrovare la connessione con voi stessi, ascoltare attentamente le vostre sensazioni e i pensieri.

È il momento ideale per domandarvi se siete contenti di voi oppure, in ogni caso, se vi piacerebbe cambiare qualcosa della vostra vita o porvi nuovi obiettivi.

9. La solitudine contribuisce a rafforzare l’autonomia personale
Può essere anche l’occasione per coccolarvi e prendervi cura di voi. Sfruttate questo tempo a disposizione più spesso, vi aiuterà a scoprire in voi nuove capacità. Tutto questo rafforza l’autostima e aiuta a crescere.

Sembrerà ovvio, ma la libertà è il lato utile della solitudine: vi permette di imparare, disimparare, mettervi in discussione e portare avanti ciò che realmente vi fa sentire bene.


LEGGI ANCHE
SOLITUDINE VIVERLA O EVITARLA


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Solitudine : come Viverla o Evitarla


"Il cervello di chi soffre di solitudine funziona in modo diverso".
 Due ricercatori offrono un metodo per evitare l'isolamento, in 4 passi.

La solitudine è una spirale: chi sente di essere isolato e fuori dal giro delle relazioni sociali, inizia a sviluppare una serie di comportamenti negativi che hanno lo scopo di scansare gli altri, solo per evitare di essere rifiutati. Una sorta di atto di difesa che non fa altro che aggravare il malessere di partenza. A gettarsi nello studio di questo "cane che si morde la coda" sono stati due noti studiosi della psicologia della solitudine, moglie e marito, Stephanie e John Cacioppo, dell'università di Chicago. I due hanno voluto far luce sul funzionamento del cervello delle persone sole: in risposta a segnali negativi, la loro attività cerebrale sarebbe molto più veloce e pronunciata rispetto a quella di altri. È come se le loro menti fossero "iper allertate" di fronte ad ogni tipo di pericolo 
o minaccia sociale.

Le loro ricerche sono state pubblicate su due riviste scientifiche, "Cortex" e "Cognitive Neuroscience": per entrambe, sono stati selezionati volontari molto soli e altri che, invece, non soffrivano affatto di solitudine. In entrambe è stato chiesto ai partecipanti di identificare parole con significato più o meno "sociale" attraverso i colori o attraverso i disegni. Nel momento in cui a chi soffriva di solitudine veniva sottoposta una parola con un'implicazione negativa, la loro attività cerebrale aumentava.

"Solitudine non significa stare da soli - si legge in un articolo del Wall Street Journal dedicato alle ricerche -. Puoi essere contento anche stando da solo. La solitudine è ciò che sente chi è socialmente isolato, si ha quando c'è una un mancato collegamento tra le relazioni sociali desiderate e le vere relazioni. È importante capire cosa la solitudine può fare al tuo cervello - ad esempio, può renderlo super attento alle possibili minacce e bravo ad auto-preservarsi. Sentirsi isolati può significare che hai bisogno di reinterpretare la visione delle tue interazioni sociali, dice il dottor Cacioppo. Per esempio, se senti che un amico ti ha mancato di rispetto, chiedi a te stesso, prima di tutto, se sei stato ostile o in 'modalità isolamento' e se il tuo amico ha solo reagito al tuo comportamento. Perché, come afferma lo psicologo, 'hai bisogno di capire che potresti essere tu il responsabile di tutto questo'".

"Se mi sento solo, il mio cervello è già in allerta", spiega John Cacioppo, secondo il quale, proprio per questo motivo, è necessario combattere l'urgenza di isolarsi. Ma come? Lo psicologo ha elaborato un metodo, chiamato "Ease method", che dovrebbe riuscire ad aiutare le persone che soffrono di solitudine cronica ad uscire dal loro stato e a non commettere l'errore di aggravare la loro condizione. Ecco i quattro passi:

1. Espandi te stesso. Questo significa accettare alcuni inviti anche quando non se ne ha voglia. "Non puoi fare rete se continui ad isolarti o se continui a vivere online, dove molte persone mostrano un'identità non autentica", spiega Cacioppo.

2. Elabora un piano d'azione. Non basta rispondere a inviti a caso. Prendi un calendario e mappa la tua vita sociale. Assicurati che nella tua settimana ci siano abbastanza attività sociali da fare. Se non ne hai nessuna, prendi l'iniziativa e pianifica qualcosa, invitando altri a divertirsi insieme a te. "La semplice consapevolezza che non siamo vittime passive e che abbiamo un po' di controllo della situazione e che possiamo cambiare la nostra condizione cambiando i nostri pensieri, le nostre aspettative e i nostri comportamenti può avere un effetto incredibile", consiglia lo psicologo.

3. Seleziona. È importante passare del tempo con le persone giuste, che condividono, possibilmente, i tuoi stessi interessi. Se non ci sono persone simili nella tua vita, è arrivato il momento di fare un piano per incontrarle. Ciò significa andare nei posti giusti. Secondo Cacioppo, il modo migliore per uscire dalla solitudine non è la quantità di rapporti che possiamo stringere, ma la qualità.

4. Aspettati il meglio. Chi soffre di solitudine tende a leggere le azioni altrui in modo sbagliato: se un amico risponde male, chi si sente solo non tenderà a pensare che può averlo fatto perché magari ha avuto una brutta giornata o era troppo impegnato. Per lo psicologo, è importante concedere agli altri il beneficio del dubbio. Più riusciamo a scoprire buone qualità in noi stessi, 
più riusciamo a vederle negli altri.

Cose da NON Fare quando Ceni da Solo


1. PREFERIRE IL CIBO PRECOTTO
Molte persone non amano cucinare per se stesse. Perché comprare gli ingredienti, mettere in disordine la cucina per una persona sola? Meglio ricorrere a qualcosa di già pronto o che ci metta al massimo quattro minuti per cucinarsi. "La qualità di questi prodotti non è sempre ottima - scrive la nutrizionista Cynthia Sass sul sito Health.com - secondo uno studio recente, consumiamo il 50% di calorie in più metabolizzando il cibo fresco rispetto a quello precotto". Calorie a parte, cucinare per se stessi potrebbe essere un vero e proprio investimento per la salute. Il consiglio è preparare qualcosa per cena già dalla mattina, se si è molto di corsa.


2. CUCINARE UNA PORZIONE IN PIU'
Uno degli errori più frequenti di chi mangia da solo è cucinare troppo e quindi mangiare più del normale. Spesso chi non sa regolarsi con le porzioni, ne cucina almeno una in più. A quel punto meglio metterla in frigorifero e consumarla un'altra volta, magari la prossima volta che capiterà di stare a cena o a pranzo da soli.




3. MANGIARE MENTRE SI È DISTRATTI
A volte mangiare da soli, in silenzio, ci sembra davvero triste. Quindi accendiamo la tv o il computer, ci mettiamo a guardare un film o a parlare al telefono. Ma mangiare mentre si è distratti può essere dannoso per la nostra salute e per la nostra forma fisica: non facendo attenzione a ciò che ingeriamo, non sappiamo neanche quanto mangiamo. Non facciamo caso neanche al sapore, al colore del cibo, e, una volta finito, ci sentiamo insoddisfatti. "So che può sembrare strano ma, quando mangi da solo, prova semplicemente a sederti al tavolo e a mangiare", consiglia la dottoressa Cynthia Sass.


4. INGOIARE TROPPO VELOCEMENTE
"Dal momento che mangiare da soli non è "figo", non ti permette di sentirti parte di qualcosa, potresti essere tentato di divorare la cena in un sol boccone", spiega la nutrizionista Cynthia Sass. Ingoiare troppo velocemente, però, potrebbe dar luogo a fastidiosi problemi come reflusso gastrico e difficoltà nella digestione. Uno studio su 3000 "divoratori di cibo" ha evidenziato come questi avessero l'84% di possibilità in più di essere sovrappeso rispetto a chi, invece, mangiava ad un ritmo normale.



5. MANGIARE SENZA RIFLETTERE
Un altro errore molto comune, quando si è da soli, è aprire la dispensa e iniziare a mangiare tutto quello che capita a tiro, senza pensarci due volte. Questo succede soprattutto con gli snacks, che sono facili da trovare e danno sempre grandi soddisfazioni. "La cosa migliore - spiega la dottoressa Sass - sarebbe programmare il pranzo e la cena e i piccoli intervalli tra l'una e l'altra".



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mercoledì 17 gennaio 2018

Scientifico Guadagnare con Neobux



Apriamo questo post con un articolo su Neobux, che attualmente rappresenta la nostra migliore fonte di guadagno su internet. Tutto quello che avete letto finora sull’argomento o che pensate di conoscere è irrilevante, fate un bel “refresh” mentale; in questo articolo vi verrà spiegato ESATTAMENTE cosa è Neobux, i suoi pro, i suoi contro e potrete scaricare una guida GRATUITA, passo passo, per poter diventare ricchi davvero con questo progetto.

Diventare ricchi con Neobux… si può?
La risposta è SI! Non sarà facile e non ci vorrà poco tempo, ma la cosa è fattibile. Nella guida gratuita che abbiamo preparato (e che potrete scaricare più avanti in questo articolo) c’è il nome di un tizio che preleva 10.000 $ ogni 5/6 giorni, con tanto di prove di pagamento. Certo, ha investito un sacco di soldi, però adesso si ritrova con un guadagno di quasi 600.000 $ l’anno.
L’obiettivo del nostro blog Diventare Ricchi è capire se in tutte le attività di cui parliamo e di cui parleremo, è possibile fare soldi senza investire un solo centesimo di tasca nostra.

Se con Neobux pensate di fare soldi in tre giorni, scordatevelo. Ma proprio scordatevelo! Provate altri metodi. Per guadagnare cifre che vanno dai 2.000 $ ai 3.000 $ al mese, su base continuativa e senza investimenti, ci vogliono circa 3 anni (però è altrettanto vero che per prelevare 400 $ al mese ci vorrà molto meno tempo, noi ad esempio preleviamo circa 500/530 $ al mese e ci abbiamo messo meno di due anni). Ma vale la pena investire tre anni di tempo (mezzora tutti i giorni) per garantirsi uno stipendio del genere? Beh personalmente ritengo di si, eccome. Noi ci colleghiamo ad internet tutti i giorni, più di mezzora, quindi se possiamo far fruttare questo tempo non vedo perché non dovremmo provarci. E tra parentesi, è quello che stiamo facendo da quando ci siamo iscritti a Neobux. Se dovesse andare male non ci avremmo rimesso niente di tasca nostra, cosa molto importante.

Il problema principale di Neobux è che tutti i siti italiani incentrati sul guadagno online ne parlano, ma nessuno spiega i meccanismi per diventare ricchi sul serio e quindi il risultato è di creare una grandissima confusione che di certo non giova al nostro programma. Tutti i discorsi su quanto sia bello Neobux e su quanta ricchezza può generare che trovate sugli altri portali web sono costruiti ad hoc solo per fare iscrivere persone senza spiegare loro come guadagnare soldi veri, è normale quindi che nascano le varie ingiurie sui forum tipo “Neobux è una fregatura, io non c’ho guadagnato una mazza!”; sarebbe bastata una semplice guida “step by step” come quella che abbiamo creato noi.

“Ma non sarà mica un’altra stronzata tipo che per guadagnare devo iscrivere persone???”

No no, per diventare ricchi con Neobux non dovrete disturbare amici o parenti e nemmeno costruire un blog come questo. Vi verrà tutto spiegato nella guida che troverete nel prossimo paragrafo.

Potrebbe interessarvi: Attività che FUNZIONANO!

Mentalità e strategie da adottare
Da quando ci siamo iscritti su Neobux, abbiamo commesso OGNI tipo di errore che una persona con un’intelligenza media avrebbe potuto commettere. Siamo rimasti abbagliati dalle potenzialità lucrative del programma e siamo andati allo sbaraglio; nonostante i “guru” sul forum ufficiale invitassero alla calma e al ragionamento, nel nostro primo anno di attività abbiamo guadagnato quasi 6.000 $. Com’era possibile? Perché gli utenti più navigati di noi dicono di iniziare a prelevare dopo due/tre anni e noi abbiamo già guadagnato certe cifre? Beh, per farla breve: abbiamo guadagnato tanto, ma non avevamo più i soldi per gestire l’organizzazione che avevamo creato; in men che non si dica abbiamo perso quasi tutto. Per fortuna non avevamo investito niente, però perdere tutti quei soldi è stato come averli investiti e persi, credetemi. Senza contare che abbiamo quasi dovuto ricominciare da capo. Un suicidio.


Per fortuna, dopo quasi due anni di esperienza, abbiamo capito come funziona il sistema di Neobux. Un sistema perfetto, stabile e che paga regolarmente dal 2008.
Quindi, cosa ci vuole per iniziare questo lavoro? Ci vuole una mente tranquilla e paziente, serve la consapevolezza di avere tra le mani una miniera d’oro ma che per farla fruttare occorre impegno e costanza nello svolgere quelle poche attività giornaliere.
Niente viene lasciato al caso; se seguirete le strategie descritte nella nostra guida, finché esisterà Neobux voi avrete la certezza di guadagnare un sacco di soldi.

Scaricate subito: La guida GRATUITA per diventare ricchi con Neobux.

Il “lato oscuro” di Neobux
Ho preso spunto dal sito Neobux the bad side per scrivere questo paragrafo.

Non sarebbe stato corretto e nello stile di Diventare-Ricchi.it scrivere solo i punti a favore di Neobux, dobbiamo anche evidenziare quelli che sono i “contro” del progetto. Niente di demotivante state tranquilli, ma potrebbero rappresentare un problema per le persone che decidono di iniziare oggi.
Prima di tutto (e questo rappresenta il problema più grande), all’inizio non c’è alcun guadagno concreto. Non pensiate che sia una cosa da poco, fateci l’abitudine da subito: per due anni NON VEDRETE UN SOLO EURO; è stato così per chi adesso guadagna centinaia di migliaia di dollari, è stato così per noi due, sarà così anche per voi. Dovrete attingere dalla volontà che è in ognuno di voi, crederci e crederci sempre; i risultati arriveranno. Su questo potrete starne certi.

Altra cosa poco simpatica: il “TOS”, ovvero i Termini del Servizio di Neobux. Scontrarsi con il TOS significa scontrarsi da soli, nudi e senza un’arma, contro un leone affamato. Inoltre scordatevi tablet e cellulari, per lavorare con Neobux dovrete usare il buon vecchio pc; il TOS vieta l’utilizzo dei cellulari per cliccare i link perché potrebbero favorire l’apertura di molteplici account da parte di una stessa persona.

Ultima cosa: lo scenario peggiore che potrebbe capitare. Neobux, come vedrete, è un sito “PTC”. I PTC, ovvero i “Paid to Click”, sono sistemi abbastanza stabili che garantiscono un ottimo profitto a tutti quelli che decidono di farne parte. Ma ci vuole davvero poco per far cadere tutto; un investimento sbagliato, una caratteristica implementata che non porta il giusto profitto o più semplicemente una gestione sbagliata del server che porta un black out del sito di qualche ora, significano decine di migliaia di dollari persi.

“Grazie, se è vero questo è vero anche che una cometa potrebbe colpire la Terra! Allora che dovremmo fare, vivere nella paura?”

Ragionamento da 100 e lode. No, non bisogna vivere nella paura, ci pensano già i mass media a trasmetterci false notizie per tenerci sotto controllo. Dico solo che il motivo per il quale bisogna avere più di un’attività per fare soldi e diventare ricchi è proprio questo: uno qualsiasi dei nostri lavori, soprattutto quelli online, potrebbe crollare da un momento all’altro e se quello rappresentava la nostra sola ed unica fonte di reddito, beh… non serve aggiungere altro.

Da non perdere: Pseudo lavori online che NON FUNZIONANO!

Conclusioni
L’ultimo paragrafo potrebbe avervi affossato emotivamente ma non preoccupatevi. Neobux esiste dal 2008 e non ha mai dato segni di cedimento. Così com’è organizzato oggi, garantisce una ricchezza infinita ai proprietari del progetto, e che quindi possono continuare a tenerlo vivo. A noi utenti distribuiscono circa il 90% dei loro guadagni, sono gli unici a poterlo fare, quindi non disperate ed affidatevi a Neobux come se vi affidaste ad uno stipendio statale.

Siete ancora qui??
Vi collegate ad internet almeno mezzora tutti i giorni? Volete diventare ricchi? Allora mi chiedo che cosa stiate aspettando! Scaricate la guida ed iniziate la vostra attività con Neobux. Non avete niente da perdere ma avete tanto, TANTISSIMO da guadagnare!

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https://www.neobux.com/?r=Pinelo




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Come si guadagna con Neobux

Per guadagnare con Neobux non serve aver fatto le scuole alte
o pure avere grandi doti di marketing o d’informatica.

Il sistema e molto semplice,ogni giorno Neobux vi darà l’opportunità di vedere delle pubblicità e ognuna di queste vi viene pagata in base alla durata di tempo.

Mediamente avrete garantito dalle 10-15 pubblicità fisse,ma se si passa molto tempo davanti al pc e si lascia la finestra aperta ogni tot di minuti troverete pubblicità nuove da cliccare. Ognuna di queste viene pagata 0.001 quindi per la visualizzazione di 10 pubblicità il vostro guadagno sarà un centesimo di dollaro,altre pubblicità che usciranno nel corso della giornata possono venire remunerate un pò di più! Alcune arrivano a pagare 0,005 altre 0.01 e altre ancora 0,015. Non preoccupatevi voi non dovete guadagnare con quei pochissimi spiccioli anche perché per vedere un pò di soldi ci vorrebbe un eternità

Per guadagnare con Neobux il segreto e quello di affittare Refers  ( persone che cliccano per voi).

Ora voi vi chiederete come faccio ad affittare i Refers ? La cosa e molto semplice:

Nel primo caso si cliccano tutte le pubblicità che riuscite a trovare fino al raggiungimento dei primi 0.60 centesimi. Una volta raggiunta quella cifra si possono affittare direttamente dal vostro account i primi tre Refers. In questo caso la strada è un po’ più lunga ma almeno non si rischia niente.

Nel secondo molto più veloce (ma per un utente già più esperto) e quella di investire piccole cifre in modo da velocizzare l’acquisto dei Refers.

Ogni Refers vi costa 0,20 centesimi di dollaro al mese e vi potrebbe far fruttare 0.60 centesimi al mese. Ora il calcolo e molto semplice ne investo 20 per guadagnarne 60. Il guadagno non è male se visto sulle grandi cifre anche perché con Neobux non ce limite di Refers, logicamente non da utenti standard che hanno dei limiti d’affitto, ma da utenti Gold o Ultimate non si hanno limiti di Refers quindi una volta raggiunti 2000-3000-5000-10000 Refers vedrete che riuscirete ad avere delle entrate fisse giornaliere molto importanti..

Leggendo così si può pensare che questo e il solito articolo che ti fa vedere grandi guadagni e che poi in realtà è una fregatura come tante che girano nella rete. No!!! Vi dico che Neobux non è così! Io stesso l’ho studiato per un paio d’anni finchè non mi sono accertato che
 la cosa funziona ed è fattibile.

Non pensate comunque che i guadagni siano veloci perché ci vuole un po’ per affittare parecchi Refers! Si perché li potete affittare una volta a settimana con pacchetti
da un minimo di 3 ad un massimo di 100.

C’è da dire anche che a volte capita che i Refers affittati non facciano tutti i clic che dovrebbero fare oppure capita che non cliccano proprio! Allora dovete imparare a gestirli con i ricicli (sostituire il Ref che non clicca con uno nuovo).

Comunque alla fine questo diventa un gioco di gestione che vi porterà via solo qualche minuto al giorno grazie agli strumenti che troverete nel vostro account: Autopay Autorenew.

Cosa importantissima ricordate di cliccare sempre almeno le quattro pubblicità che vedrete con il banner arancione che servono per far si che il giorno successivo vi vengano accreditati i
clic dei vostri Refers.

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