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lunedì 29 ottobre 2012

carnaval-fantasias: Halloween : festa da una leggenda

festa da una leggenda

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mercoledì 17 ottobre 2012

RADIO POPOLARE


Radio Popolare ha trentasei anni. E se oggi siamo ancora qui lo dobbiamo a quanti in questi anni hanno fatto la scelta di sostenerci, di fare la radio con noi, di credere in un altro modo di fare informazione, cultura e – perché no – intrattenimento.
Ecco a cosa serve l'abbonamento: a costruire insieme qualcosa che altrove non c'è, un bene comune, una radio libera e indipendente.

Fin dal 1976 Radio Popolare vuol dire informazione libera e comunicazione indipendente, perché autonoma da entità editoriali e politiche. Radio Popolare è controllata dalla Cooperativa dei lavoratori e dei collaboratori, nonché da un diffuso azionariato popolare: sono le componenti principali di Errepi S.p.A. la società per azioni che edita dal 1990 Radio Popolare. Dal 1992 è collegata in network con altre radio italiane e dal 2001 il segnale di Radio Popolare si può ascoltare in tutta Europa e parte dell’Africa e del Medio Oriente attraverso il satellite. 

La storia di (e attraverso)
Radio Popolare

1975La vigilia di Natale viene registrata al tribunale di Milano la testata Radio Popolare.
1976 Si forma la Cooperativa di Radio Popolare, fondata da rappresentanti di varie forze politiche e sindacali della sinistra (Fim, Fiom, Uil, sinistra Psi, Lc, Mls poi Pdup, Ao ed altri). I redattori ne sono soci. Gli ascoltatori lo diventano acquistando una tessera. La radio comincia a trasmettere sulle frequenze di Radio Milano Centrale di cui assorbe una parte dei redattori. La sede è in corso Buenos Aires. Lo studio di trasmissione viene chiamato "metrocubo". Il progetto è di Piero Scaramucci, che assume la direzione della radio. Il 7 dicembre Radio Popolare diventa famosa con la radiocronaca della contestazione e degli incidenti in occasione della prima della Scala: quindici redattori chiamano in continuazione dai telefoni pubblici; Camilla Cederna (in incognito) fa la cronaca dall'interno del teatro. Per la morte di Mao Rp manda in onda una corrispondenza dalla Cina di Edoarda Masi.
1977
Si struttura il palinsesto: dieci notiziari al giorno, la rubrica sindacale verso sera, il microfono aperto al mattino, le notturne in diretta con giochi di autocoscienza. Sull'onda del movimento giovanile e studentesco prende vita la "Rubrica giovani". Censurato dalla Rai, Dario Fo risponde agli ascoltatori in collegamento artigianale con decine di radio di tutta Italia. "Nascono" Gino e Michele con "Passati col rosso". Le donne di Rp organizzano una grande festa al Palalido dove verranno amplificate le corrispondenze degli incidenti di Roma e Bologna. In autunno trasloco nella palazzina di via Pasteur. Scaramucci torna in Rai, nuovo direttore è Nini Briglia.
1978
Telefonano i fascisti in una notturna sulla violenza dopo l'uccisione di due missini a Roma. Si apre un grande dibattito nella sinistra: si devono lasciar parlare i fascisti? In marzo la radio è il punto di riferimento per la grande risposta popolare all'assassinio di Fausto e Iaio, due ragazzi del Leoncavallo.
1979
Briglia lascia Rp per la carta stampata, inizia la direzione di Biagio Longo. L'8 aprile Antonio Stella inaugura "Le testate degli altri", la rassegna stampa: per mesi pagherà i giornali di tasca propria. Cronache dalle fabbriche in lotta contro i licenziamenti tra cui l'appassionata diretta dell'assemblea Unidal.
CONTINUA QUI http://www.radiopopolare.it/chisiamo/storia/


Radio Popolare e' ascoltabile in streaming
e con un decoder digitale Eutelsat Hot Bird 4, a 13° Est.Polarizzazione verticale Frequenza 12.111 MHz.

DIRETTA http://www.radiopopolare.it/poplive/diretta/

 Siamo da sempre convinti che sia diritto inalienabile della persona comunicare ed essere informati. Diritto sempre più difficile da esercitare. Ma noi insistiamo: con il nostro lavoro quotidiano, insieme alle radio di Popolare Network, puntiamo a promuovere nuove fonti di informazione, la partecipazione attiva del pubblico, la costruzione di una comunicazione non mercificata e la cooperazione con chiunque persegua questi stessi fini.
Buon ascolto.

Segui la nostra campagna abbonamenti su abbonaggio.radiopopolare.it

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martedì 2 ottobre 2012

La Terra si spezza



La Terra si spezza (sotto l'Oceano Indiano)

Lo scorso 11 aprile due terremoti di magnitudo 8,7 e 8,2 hanno scosso l'Oceano Indiano. A provocarli una rottura nel mezzo della placca indo-australiana, che si sta spezzando in due


di Caterina Visco



Al largo dell'Oceano Indiano la crosta terrestre si sta letteralmente spezzando. Ad annunciarlo fragorosamente è stata, sostengono tre studi pubblicati su Nature, la coppia di terremoti di magnitudo rispettivamente 8,7 e 8,2, che l' 11 aprile 2012 hanno scosso questa parte del pianeta. Secondo i tre paper infatti, sotto l'Oceano Indiano la placca indo-austrialiana si starebbe spezzando in due placche più piccole, o addirittura in tre, e le scosse sarebbero state causate proprio dalla tensione accumulata in questo processo di formazione di un nuovo confine.

È dagli anni '80 che i sismologi sostengono che la questa parte della crosta terrestre si sarebbe potuta rompere. Stando alle principali teorie della tettonica a zolle, la placca indo-australiana ha cominciato a deformarsi internamente circa  50  milioni di anni fa, e occorreranno altri milioni di anni e migliaia di terremoti di grande intensità prima che questo processo arrivi a compimento. Secondo il primo dei tre studi, coordinato da Matthias Delescluse, un geofisico dell' Ecole Normale Supérieure di Parigi, alla base della rottura vi sarebbe  la tensione accumulata dai movimenti della placca verso nord, dove si scontra con la placca eurasiatica.

A questa tensione, spiegano gli scienziati nel loro lavoro, si aggiunge poi quella dovuta alle tensioni e rotture sul margine orientale della placca. Infatti, esaminando i cambiamenti nello stato di tensione immediatamente precedenti ai due eventi del 2012, Delescluse e la sua équipe hanno scoperto ad aver acceso la miccia della loro esplosione essere state proprio le conseguenze di altri due terremoti avvenuti lungo questo confine orientale. Il primo è quello di magnitudo 9,1 responsabile dello tsunami che il 26 dicembre 2004 si è abbattuto sull'isola di Sumatra, portando alla morte di oltre 228mila persone; l'altro è un terremoto di minore intensità del 2005. 

Nel secondo studio, i ricercatori guidati da Thorne Lay della University of Santa Cruz in California,  hanno invece esaminato più profondamente la dinamica degli eventi dell'11 aprile, scoprendo che la prima scossa ha interessato ben quattro diverse faglie. Secondo il lavoro del team di Lay, questo terremoto si potrebbe suddividere infatti in quattro scosse più piccole, di magnitudo 8,5, 7,9, 8,3 e 7,8, durate in tutto due minuti. Queste avrebbero provocato la rottura di tre faglie perpendicolari tra loro e in una quarta perpendicolare a esse. Una quinta faglia sarebbe stata invece coinvolta nel secondo dei due terremoti.

Questo interessamento multifaglia si è riflesso, mostra lo studio, nel pattern di faglia emerso dopo le scosse, uno dei complessi mai studiati. I pattern di faglia sono quegli insiemi di linee di faglia che possono essere tracciate sulla superficie terrestre dopo un terremoto, come delle cicatrici che restano sulla pelle a lungo dopo una ferita. Solitamente la maggior parte dei terremoti si propagano lungo una sola faglia, e non quattro o anche più come in questo caso in cui, tra l'altro, una delle faglie è scivolata per almeno una ventina di metri.

Il terzo studio ha infine preso in considerazione gli strascichi di questi tremori giganti, rivelando che per ben sei giorni dopo i due terremoti, altre scosse di magnitudo 5,5 e oltre hanno avuto luogo in diverse parti del pianeta. “ Le scosse di assestamento sono di solito circoscritte alle immediate vicinanze dell'evento principale”, spiega il primo autore dello studio Fred Pollitz geofisico dello   US Geological Survey a Menlo Park, California. 

Solitamente, poi, spiegano i ricercatori, i terremoti più violenti sono quelli cosiddetti strike-up, quelli in cui due faglie si scontrano e una slitta sotto l'altra. Quelli in cui due faglie scorrono una accanto all'altro si chiamano strike-slip. Quello di magnitudo 8,7 della scorsa primavera è probabilmente il più intenso terremoto di questo tipo mai registrato da quando si usano i moderni sismografi, è stato avvertito in tutta l'area compresa tra India e Australia, toccando anche il sud e il sud-est asiatico. Quasi sicuramente è anche il più forte registrato all'interno di una placca e non ai suoi margini.  La sua natura strike-slip fortunatamente ha impedito che si generassero grandi tsunami come quello del 2004.



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