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martedì 27 settembre 2011

Fumo , trovata la proteina della dipendenza







Fumo 

trovata la proteina della dipendenza

Lo annuncia il Journal of Neuroscience. Lo studio dimostra che l'eliminazione del recettore cerebrale annulla il desiderio



 L'eliminazione di una proteina nel cervello blocca gli effetti della nicotina. Ad annunciarlo  il Journal of Neuroscience, che ha pubblicato uno studio che dimostra che senza questa molecola i tipici fenomeni che generano la dipendenza dal fumo - in particolare le proprietà anti-ansia e i meccanismi di ricompensa attivati dalla nicotina - vengono inibiti.
Questa scoperta apre nuove possibilità nella terapia della dipendenza dalle sigarette: "Questi risultati dimostrano che le proprietà di ricompensa e anti-ansiogene della nicotina, ritenute fondamentali nello sviluppo della dipendenza, sono associate all'attività di un solo gruppo di cellule nervose", spiega Paul Kenny, esperto di tossicodipendenze dello Scripps Research Institute (Jupiter, Stati Uniti).
La proteina in questione è un recettore per la nicotina chiamato recettore alfa4 nicotinico, localizzato in diverse aree cerebrali, ma di cui è sufficiente la rimozione dall'area tegmentale ventrale - la zona del cervello che controlla le dipendenze in cui sono presenti le cellule che producono dopamina, neurotrasmettitore responsabile dei meccanismi di ricompensa - perché i topi siano meno propensi a cercare nicotina e ad avere i comportamenti ansiosi tipici dell'astinenza.

http://www.donnesulweb.it/biotech/ricerca-fumo-trovata-la-proteina-della-dipendenza.html


Il Tabacco ogni anno uccide 6 milioni di persone


Circa 12 milioni. Sono gli amanti delle ‘bionde’ nel nostro Paese: “aficionados” della sigaretta che non intendono rinunciare al vizio nonostante i danni provocati dal fumo alla salute siano ormai noti, e nonostante l’Italia sia tra le prime nazioni ad aver adottato misure di protezione per la salute dei non fumatori con la legge Sirchia del 2003 sul divieto di fumo nei luoghi pubblici. Proprio per rilanciare il messaggio che il fumo uccide, si celebra oggi in tutto il mondo la “Giornata senza tabacco” promossa dall’Oms.
I numeri resi noti dall’Organizzazione mondiale della Sanità non possono non colpire: il tabacco continua ad uccidere quasi 6 milioni di persone l’anno, tra le quali 600mila sono vittime del fumo passivo, e nel 2030 le vittime del tabacco potrebbero raggiungere gli 8 milioni. E se la prevalenza di fumatori è in calo in alcuni Paesi, rileva l’Oms, in altri i numeri continuano a crescere e il vizio contagia soprattutto i giovani. La prevenzione e la sensibilizzazione rappresentano dunque le armi decisive contro il fumo da sigaretta, una delle principali cause di patologie quali cancro e cardiopatie.
Nonostante le campagne di sensibilizzazione, è in aumento il numero degli italiani che fuma. Nel nostro Paese ha il vizio delle “bionde” il 22,7% dei cittadini sopra i 15 anni: 6,5 milioni sono uomini, 5,3 milioni donne. Solo l’anno scorso la percentuale di fumatori era il 21,7%: in pratica, oggi fumano 500 mila persone in più rispetto al 2010. Sono i dati aggiornati di un’indagine Doxa per conto dell’Istituto superiore di sanità, in collaborazione con la Lega italiana lotta tumori (Lilt) e l’Istituto Mario Negri.
Nel mondo, sono ben 170 i Paesi che hanno aderito alla Convenzione quadro sul controllo del Tabacco, entrato in vigore nel 2005 e scelta dall’Oms come tema della “Giornata Mondiale senza Tabacco” di quest’anno. Il trattato riafferma il diritto di tutte le persone al più alto standard di salute e vincola i Paesi che vi hanno aderito con impegni precisi, tra i quali: proteggere le persone dall’esposizione al fumo, informarle dei rischi, aiutare tutti coloro che vogliono smettere di fumare.

Il fumo danneggia la memoria, chi smette la recupera
Il fumo è nemico della nostra memoria: può provocare la perdita di circa un terzo dei ricordi quotidiani. Lo dimostra una ricerca della Northumbria University di Newcastle (Regno Unito), pubblicata da Drug and Alcohol Dependence, da cui emerge anche che, però, smettere di fumare può far tornare la memoria a livelli simili a quelli che caratterizzano i non-fumatori.
“Questo è il primo studio che si è prefissato di esaminare se lo smettere di fumare possa avere degli effetti sulla memoria – precisa Tom Heffernan del Drug and Alcohol Research Group, coordinatore delle ricerche -.
Sapevamo già che abbandonare il vizio ha enormi effetti benefici per l’organismo, ma questo studio dimostra che smettere di fumare può essere positivo anche per le funzioni cognitive”.


Fumo, effetti cancerogeni già dopo 15 minuti
Basta una sigaretta per assimilare sostanze tossiche in grado di innescare mutazioni genetiche all’origine di alcuni tumori. A dimostrarlo uno studio dell’ Università del Minnesota pubblicato dalla rivista Chemical Research in Toxicology.
I ricercatori hanno tracciato il percorso degli IPA (idrocarburi policilici aromatici) agenti cancerogeni contenuti nel tabacco, presenti anche negli impianti che bruciano il carbone e nei cibi carbonizzato sui barbecue, e ha scoperto che i danni genetici da essi provocati non impiegano anni o mesi a manifestarsi, ma minuti.
A 12 volontari è stato chiesto di fumare delle sigarette contenenti un particolare isotopo del fenantrene, uno degli Ipa, più facile degli altri da tracciare una volta inalato. Lo studio ha dimostrato che il fenantrene forma nel sangue un derivato, il diolo epossido, conosciuto perché provoca mutazioni nel Dna che possono portare al cancro, ma quello che ha sorpreso i ricercatori è stato il tempo trascorso tra l’inalazione e la comparsa del composto, che è stato al massimo di 15-30 minuti.
“E’ la prima volta che uno studio definisce la via seguita dagli Ipa nel metabolismo – scrivono gli autori – e questi risultati sono un monito molto severo a chi sta pensando di iniziare a fumare”.

Fumo, chi smette in gravidanza annulla effetti negativi su feto
Smettere di fumare è sempre possibile, ma quando si pianifica una gravidanza diventa urgente, indispensabile, se non si vogliono compromettere le condizioni di salute del nascituro. Tuttavia una buona notizia arriva oggi per le mamme che decidono di compiere il passo proprio all’ultimo minuto: le future mamme fumatrici che smettono durante la gravidanza danno alla luce bambini sani e con lo stesso peso di quelli nati da mamme non fumatrici. È quanto emerge da uno studio presentato da Nick Macklon dell’University of Southampton (Regno Unito) nel corso dell’European Society of Human Reproduction and Embryology svoltosi a Stoccolma(Svezia), da cui emerge che gli effetti negativi del fumo, per il bebè in arrivo, si possono cancellare se si smette con il vizio durante la gestazione.
Un ridotto peso alla nascita è l’effetto più comune del fumo materno durante la gravidanza a cui si aggiungono, in alcuni casi, anche il rischio di parti prematuri e di disturbi connessi allo sviluppo cerebrale. Le madri fumatrici, spiegano i ricercatori, sono sempre state incoraggiate a smettere di fumare una volta rimaste incinte anche se, fino ad oggi, c’erano poche evidenze che rinunciare all’ultimo momento potesse avere effetti positivi sul nascituro.
Il risultato arriva da uno studio condotto su 50 mila donne in gravidanza seguite all’University Medical Centre di Southampton tra il 2002 e il 2010: i ricercatori hanno identificato sette gruppi di donne – non fumatrici, che avevano smesso da più di un anno prima del concepimento, che avevano smesso da meno di un anno prima del concepimento, che hanno smesso una volta che la gravidanza è stata confermata, che hanno continuato a fumare 10 sigarette al giorno, tra le 10 e le 20 al giorno, più di 20 al giorno – e hanno incrociato i dati raccolti con i parametri dei neonati.



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