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giovedì 5 marzo 2009

Albert Einstein




Le figure di seicento grandi uomini di ogni epoca santi, filosofi e re, sono scolpite sulle pareti di marmo della chiesa di Riverside a New York; si ergono in rigida immobilità, sorvegliando spazio e tempo con fermo sguardo immortale. Un pannello inquadra i geni della scienza - quattordici - collegando attraverso i secoli Ippocrate, morto nel 370 a. C., ad Albert Einstein, morto nel 1955.


È altrettanto interessante notare come, fra le migliaia di persone che ogni settimana ammirano la più spettacolosa chiesa protestante di Manhattan, probabilmente il 99 per cento sarebbe incapace di spiegare perché l'immagine di Einstein figuri in quel luogo. Vi si trova scolpita perché nella generazione passata, quando si discuteva il progetto della chiesa, Harry Emerson Fosdick scrisse ad un gruppo di eminenti scienziati americani domandando che gli fornissero un elenco di quattordici grandissimi uomini nella storia della scienza. I1 suffragio non fu unanime; la maggior parte degli elenchi segnalava Archimede, Euclide, Galileo, Newton. Ma tutti portavano scritto il nome di Albert Einstein. I1 lungo intervallo durato piu di quaranta anni - da quando fu pubblicata la teoria della relatività ristretta nel 1905 - fra la celebrità raggiunta da Einstein e la comprensione di essa da parte del pubblico, misura la lacuna nella cultura delle genti. Al giorno d'oggi la maggior parte di coloro che leggono i giornali sanno in modo molto vago che Einstein ha qualche relazione con la bomba atomica; al di là di questo, il suo nome è sinonimo di alcunché di astruso. Non c'è da meravigliarsi quindi se molti ancora immaginano Einstein come una specie di matematico surrealista, piuttosto che come lo scopritore di leggi cosmiche di grandissima importanza nella faticosa lotta dell'uomo per arrivare a comprendere la realtà fisica. Essi non sanno che la relatività, ben al di sopra del suo significato scientifico, comprende un grande sistema filosofico il quale continua ed illumina il pensiero dei grandi epistemologisti: Locke, Berkeley e Hume. Conseguentemente essi hanno una ben scarsa conoscenza del vasto, arcano e cosi misteriosamente armonioso universo in cui vivono.

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